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Sito dedicato alla vita e alle opere di Don Aurelio Stefanelli nella Parrocchia di Castelleone di Suasa

Corso di Disegno per corrispondenza

Aurelio si era iscritto ad un Corso di Disegno per corrispondenza l'8 maggio 1955 presso l'Ecole A.B.C. de Dessin a Parigi. Il suo codice di iscrizione era codificato in "IT. 10.925".

Il suo primo professore si chiamava Duverger che scrisse in una risposta ad Aurelio: "...le felicito per questo ottimo complesso di saggi nei quali mi dà prova di buone doti grafiche, di chiarezza e senso delle costruzioni...".

E continuava "...Il disegno oltre il fatto tecnico è soprattutto un fatto d'intuizione, di ispirazione personale e come tale indefinibile nella sua assenza"..., per aggiungere poi "...lei progredirà velocemente poiché le doti non le mancano...".

Così continuò ad inviare i suoi numerosi "schizzi" anche negli anni seguenti. Nell'anno 1957 e più precisamente il 06/12/1957, il Professor Duverger rispose scrivendo: "...non potrei che raccomandarle lo studio assiduo a mezzo schizzi veloci, dal vero,...", e continuò: "...La congratulo per questi saggi svolti con senso artistico e comprensione del chiaro scuro, come pure con senso della composizione dei soggetti, manifestata in molte tavole...", aggiungendo: "...non ho che da elogiarla per le tavole che seguono tutte soddisfacenti, alcune eccellenti sotto ogni aspetto. La felicito pure gli schizzi oltre il Corso e il buon paesaggio allegato. Però le raccomando sempre di prendere ogni cosa dal vero...". 

I primi mesi del 1958, in occasione della risposta all'invio dei compiti relativi la lezione "lo schizzo di figure", Aurelio viene a conoscenza che il professor Duverger è stato sostituito dal professor Giadorou, in quanto assente per gravi motivi di famiglia. Anche il nuovo professore si complimenta con Aurelio: "...Venendo ai suoi compiti, che dimostrano i progressi da Lei fatti in questi ultimi mesi, la consiglierei di prestare ancora attenzione alle leggi dei canoni. I primi quattro infatti lei ha la tendenza ad allungarli troppo..". 

In data 16/7/1958, Aurelio invia i compiti relativi alla lezione "il colore". Con una missiva datata 13/3/1959, Aurelio inviava i compiti della lezione "La prospettiva" e chiedeva al prfessore di inviargli tutte le altre lezioni fino al termine del corso perché "prevedo che non avrò più la possibilità d'inviare gli altri lavori scadendo a maggio il tempo accordatomi per il termine del corso".

L'Istituto Francese con cui Don Aurelio tenne il Corso di Diseno per corrispondenza

Non sappiamo cosa avvenne esattamente dopo la lettera del 13/3/1959, ma quel che è certo che in data 19/05/1959, Aurelio invia nuovamente i compiti relativi la lezione "il paesaggio" aggiungendo uno sfogo: "Ho cercato di fare del mio meglio applicandomi seriamente, cercando sopratutto di mettere nei miei lavori, specie negli ultimi, qualcosa di veramente mio; ma mi sembra di non essere riuscito a nulla. Sono rimasto legato completamente alla realtà sia nel disegno che nel colore. Ho cercato di interpretare quel paesaggio che avevo davanti sforzandomi a rivelare un mio modo di vedere, una estrinsecazione del mio gusto ma mi sono accorto di essermi rifugiato nei soliti schemi convenzionali, artificiali nella incapacità di fare meglio..."

In data 6/6/1959, il professore Giadorou gli risponde: "Egregio Allievo, ho letto la sua cortese lettera della quale la ringrazio molto. Non mi sembra che lei abbia fatto un lavoro «ancorato ai soliti schemi convenzionali». Quello che lei ha fatto è disegno e non astrattismo. Del resto per il momento lei deve fare questo, e farlo bene. E' riuscito a dare una sua impronta personale al lavoro e questo è già molto...". Successivamente, Aurelio invia i compiti della lezione "studio di figura", aggiungendo con rammarico che: "Mi sono molto applicato ma nell'uso delle varie tecniche ho trovato sempre molta difficoltà nell'acquarello e nella tempera ed anche in questa lezione, nonostante la seria applicazione i risultati mi sembrano mediocri. Ora desiderei rivolgerLe una domanda che non riguarda questa lezione ma che mi sembra molto utile: desiderei sapere quando si può o si deve giudicare una pittura, una scultura, ecc. artistica...".  

Il 26/7/1959, puntuale, il professor Giadorou gli risponde: "...In primo luogo secondo il proprio gusto personale, riferito al colore, al disegno, all'insieme, all'intenzione dell'artista (a volte sconosciuta). I canoni per il giudizio sono classici. Naturalmente lei mi dirà che la pittura moderna non è così giudicabile e che i canoni sono da trovarsi. siamo in un'epoca di conflitti. Ebbene anche la pittura è arrivata al conflitto grande. I canoni sono rivoluzionati, tutto è mutato. In molti artisti però la decomposizione, la scomposizione, ovvero la ricerca (direi impropriamente noumenica dell'essere) si definisce "buona" in quanto essa è originata dall'esatta conoscenza "fenomenica" dell'essere. Negli altri, nella grande massa, ebbene la ricerca noumenica avviene senza conoscere il fenomenico. Non entro dunque in discussione su questo argomento, tuttavia le consiglio la cautela nel giudizio e nell'esame. La cialtroneria trova sempre modo di manifestarsi appieno quando il metro non è conosciuto che da pochi, e quando quei pochi spesso la lasciano campare per il loro interesse. Ho potuto spiegarle il fenomeno? Lo dubito, ma confido comunque nella sua intelligenza e perspicacia. Grazie!". 

In data 27/7/1959, Aurelio, invia nuovamente i compiti relativamente alla lezione "testa umana". 

Scrive al professore Giadorou: "Non ho trovato eccessive difficoltà nel'esecuzione di questo studio per quanto naturalmente ho molto cammino da fare per raggiungere una certa perfezione nella tecnica un modo personale di espressione". Ed il 10/8/1959 gli rispose il professore: "Egregio allievo, ho visto i suoi lavori della penultima lezione e le faccio le mie più vive congratulazioni. Molto molto bene. Sono assai contento di lei. Questa volta avrò pochissime osservazioni da farle".

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